Che siamo liberi professionisti alla ricerca del cliente ideale o dipendenti a caccia di un posto in azienda che ci faccia sentire pienamente realizzati, il mercato del lavoro odierno ci richiede sempre di più di avere un’identità riconoscibile, forte e distintiva.
Per creare un brand personale e comunicarlo al meglio in modo da attirare su di sé le giuste attenzioni è importante seguire dieci regole basilari che, però, troppo spesso dimentichiamo.
Queste dieci leggi del personal branding sono ben elencate e illustrate in questo articolo ma qui proviamo a farne un riassunto costruttivo.
1) Avere un focus
Troppi messaggi tutti insieme distolgono l’attenzione e scoraggiano chiunque dal volerci conoscere più approfonditamente. Decidere chi vogliamo essere, in quale nicchia vogliamo posizionarci e comunicarlo in modo deciso e coerente aiuterà in primis noi ad avere maggiore chiarezza e il nostro pubblico a ricordarsi di noi con più facilità.
2)Essere genuini
Nessuna finzione. Per quanto si sia tentati di dare la migliore versione possibile di sé stessi, è bene ricordarsi che la verità paga sempre. Prendere ispirazione va bene, ma interpretare un personaggio che non ci appartiene è rischioso: le persone fiutano l’autenticità anche attraverso lo schermo di uno smartphone e ne vengono attratte almeno tanto quanto vengono respinte da atteggiamenti falsi e costruiti. Essere sinceri, tra l’altro, rende molto più semplice gestire il proprio personal branding.
3)Raccontare una storia
Le persone non sono alla ricerca di ricette già fatte o consigli dall’altro, ma di storie in cui identificarsi. Questa è la più potente leva che si possa utilizzare per far sì che si ricordino di noi.
4)Essere coerenti
Questo è strettamente connesso al primo punto: avere un focus e restare coerenti continuando ad approfondirlo ci rende più riconoscibili e affidabili. È fondamentale mantenere la coerenza attraverso tutti i canali di comunicazione, pur variando contenuti e tono di voce.
5)Prepararsi al fallimento
Ebbene sì, un personal branding efficace passa anche attraverso fallimenti, strade sbagliate, errori e cadute. L’importante è imparare da ciascuno di essi ed essere flessibili e pronti a modificare la rotta.
6) Avere un impatto positivo
C’è un detto che afferma che le persone si ricordano sempre come le hai fatte sentire. Ecco, chi percepisce un’energia positiva nella nostra comunicazione tornerà a cercarci, si ricorderà di noi, ci prenderà addirittura come punto di riferimento.
7) Seguire esempi di successo
Un buon personal branding non si fa mai chiudendosi in sé stessi ma restando sempre aperti a sollecitazioni e spunti interessanti: cogliere e anticipare i trend è di vitale importanza.
8) Vivere il proprio brand
Qui ci colleghiamo all’autenticità: separare il nostro brand personale da chi siamo veramente, nella vita quotidiana, ci porterà dritti sulla strada della finzione rendendo tutto più complicato. Essere spontanei, pur mantenendo lo spazio di riservatezza che ci fa sentire a nostro agio, è la soluzione migliore.
9) Lasciare che gli altri raccontino la nostra storia
Uno storytelling di brand che diventano corale è già una grandissima vittoria. Le persone che si sentono coinvolte sono sicuramente dalla nostra parte.
10) Lasciare un’eredità
Un personal brand è un progetto a cui si lavora per tutta la vita, lasciare qualcosa dietro di sé è sinonimo di successo.
A questi preziosissimi consigli vorrei aggiungerne uno, che reputo alla base di tutto: conoscere chi siamo. Prima di essere sinceri, coerenti e raccontare la nostra storia, infatti, dobbiamo fare un vero e proprio viaggio dentro di noi e illuminare ogni parte del nostro essere persone prima e professionisti poi. Solo allora potremo costruttivamente scegliere cosa mostrare e come per arrivare dritti al cuore delle persone. E restarci.